martedì 23 ottobre 2007

Politica & Mafia Spa

In questi giorni mi rendo conto come la strategia dell'inabissamento di Cosa Nostra decisa da Bernardo Provenzano, abbia avuto successo.
Infatti dopo la strategia stragista dei primi anni '90 decisa soprattutto da Riina, lo Stato reagì duramente e con parecchi successi fino al 1996 (tra questi cattura di Riina, Brusca e tanti processi e successi).
Poi l'inabissamento, deciso da Provenzano, per evitare che altre stragi od omicidi attirassero ancora l'attenzione sulla mafia. E questi sono i risultati, da più di dieci anni non si parla quasi più di mafia, sembra quasi un problema secondario.
Peccato che una notizia di ieri riporti che 'La Mafia Spa si conferma la prima azienda italiana con un fatturato che tocca i 90 miliardi di euro, una cifra pari al 7% del Pil nazionale, pari a cinque manovre finanziarie e otto volte il tesoretto' e peccato che il silenzio stia proprio a significare che la Mafia, non sola Cosa Nostra, si stia riorganizzando per bene.
E di questo io voglio sempre ringraziare la Politica, destra e sinistra senza distinzioni.
Grazie di aver deciso che questo debba essere il nostro futuro (soprattutto del sud) dato che, collusa nel midollo, ci fa grandi affari con la Mafia Spa.
E grazie anche di aver aperto una trattativa (subito dopo le stragi) con Cosa Nostra, arrivando a promuovere leggi specchio delle volontà dei mafiosi.
Nel video successivo si vede ciò che fecero i palermitani ai funerali di Borsellino. Avrebbero voluto pestare tutti gli esponenti politici, colpevoli dell'isolamento in cui avevano lasciato i giudici che combattevano Cosa nostra.



E in questi giorni, discussioni, pensieri, trasmissioni come 'Report', libri che sto leggendo, mi fanno sempre più pensare a come l'Italia non cambierà mai: Politica e Mafia vanno di pari passo e continueranno a spalleggiarsi e a governare insieme.
Dal blog di Beppe Grillo, ho preso una lettera del fratello di Paolo Borsellino, scritta in questi giorni:

"La notizia dell'avocazione da parte della Procura Generale dell'inchiesta Why Not al Procuratore De Magistris è di quelle che lascia senza fiato.
Solo un'altra volta nella mia vita mi ero trovato in questo stato d'animo.
Era il 19 Luglio del 1992 e avevo appena sentito al telegiornale la notizia dell'attentato il cui scopo non era altri che quello di impedire ad un Giudice che, nelle sue indagini, era arrivato troppo vicino all'origine del cancro che corrode la vita dello Stato Italiano, di procedere sulla sua strada.
Morto Paolo Borsellino l'ignobile patto avviato tra lo Stato Italiano e la criminalità mafiosa aveva potuto seguire il suo corso ed oggi vediamo le conseguenze del degrado morale a cui questo scellerato patto ha portato.
Ieri era stato necessario uccidere uno dopo l'altro due giudici che, da soli, combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si è sempre rifiutato di combattere ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano.
Oggi non serve più neanche il tritolo, oggi basta, alla luce del sole, avocare un'indagine nella quale uno dei pochi giudici coraggiosi rimasti stava per arrivare al livello degli 'intoccabili', perchè tutto continui a procedere come stabilito.
Perchè questa casta ormai completamente avulsa dal paese reale e dalla gente onesta che ancora esiste, anche se purtroppo colpevole di un silenzio che ormai si confonde con l'indifferenza se non con la connivenza, possa continuare a governare indegnamente il nostro paese e a coltivare i propri esclusivi interessi in uno Stato che considera ormai di propria esclusiva proprietà.
Oggi basta che un ministro indegno come il signor Mastella ricatti un imbelle capo del governo, forse coinvolto negli stessi suoi luridi traffici, minacciando una crisi di governo, perchè tutta una classe politica faccia quadrato intono al suo degno rappresentante e si esercitino in conseguenza chissà quale tipo di pressioni sui vertici molli della magistratura per ottenere l'avocazione di un'indagine e quindi l'inoffensività di un giudice sensa neanche bisogno del tritolo come era stato necessario per Paolo Borsellino.
Siamo giunti alla fine della Repubblica Italiana e dello Stato di Diritto.
In un paese civile il ministro Mastella non avrebbe potuto chiedere il trasferimento del Dr. De Magistris titolare dell'inchiesta in cui è indagato il suo stesso capo di governo e lo stesso ministro.
Se la decisione del Procuratore Generale non verrà immediatamente annullata dal CSM, saremo di fronte alla fine dell'indipendenza della magistratura e in conseguenza dello stesso Stato di Diritto.
Il Presidente Giorgio Napolitano, nonostante sia stato più volte sollecitato, continua a tacere su queste nefandezze dimostrando che la retorica dello Stato e della figura istituzionale di garante della Costituzione Repubblicana non sono diventate, in questa disgraziata Italia, altro che vuote parole.
Quaranta anni fa sono andato via dalla Sicilia perchè ritenevo impossibile di vivere la mia vita in un paese in cui la legalità era solo una parola del vocabolario, ora non ritengo più che sia una vita degna di chiamarsi con questo nome e quindi una vita degna di esserre vissuta quella di vivere in un paese dove l'illegalità è diventata la legge dello Stato." Salvatore Borsellino

Spero soltanto che in futuro nascano più De Magistris e meno Mastella, altrimenti riusciranno ancora per molto tempo a toglierci le speranze.

1 commento:

Gnappo ha detto...

Se volete vedere cosa ne pensa un ministro alleato di Mastella, ma al tempo stesso ufficialmente contro, andate al blog http://www.antoniodipietro.it/
e leggete il post di tre giorni fa.
Spero che Di Pietro si dimetta nel caso in cui il CSM confermi tutto.

Stadio La Favorita: che spettacolo!

Stadio La Favorita: che spettacolo!